giovedì 31 gennaio 2008

Proviamo a scrivere ad Antonio Di Pietro e Marco Pannella

In questi ultimi tempi la disaffezione alla politica di pochi si è trasformata in un moto contagioso che fa di ogni forma di potere politico un esempio di profonda ingiustizia, negatività e malaffare.

Ritengo che mai forse, come questa volta, sia presente nel paese una rabbia così diffusa ed un forte sentore di rigetto verso tutti coloro che esprimono una carica rappresentativa. In molti poi – e questo è un altro elemento di novità – c’è un forte desiderio di riappropriarsi di quel qualcosa che sinora si delegava, con più o meno convinzione, a quella classe dirigente divenuta, oramai, il vero male da cui liberarsi.

La diffusione di una diversa - seppur ancora limitata – forma di comunicazione, quale quella della Rete, ha permesso un confronto più ampio fra quelle opinioni prima costrette ad un ambito “privato” ed ha mostrato quanto sia ampia e profonda la voglia d’un vero rinnovamento.

Non è, quindi, una guerra alla politica quella che è appena all’inizio quanto, piuttosto, una battaglia contro i poteri politici, i nepotismi di ogni natura, verso un concreto Rinascimento culturale e politico, nel senso più alto del termine.

Sono diverse le opinioni che ciascuno di noi può leggere sui blog più frequentati, ma il comune denominatore resta.

Credo che tutta questa forza possa e debba essere convogliata verso qualcosa di costruttivo, qualcosa in cui si possa ancora credere e che possa davvero avere come obiettivo la soluzione dei tanti problemi che affliggono la quotidianità di tutti noi.

Sono tanti gli interventi di coloro che vorrebbero far tabula rasa di tutto e tutti e provare a ripartire da zero, mentre molti altri credono che alcuni (politici) possano costituire un punto di riferimento per questa rinascita, anche se non completamenti immuni da responsabilità più o meno importanti.

La prossima consultazione elettorale - quale che sia la relativa legge - se vedrà in campo i “soliti” partiti politici, renderà sterile questo sano fermento che cresce di giorno in giorno.

L’invito che porgo a voi è quello di un vostro pubblico incontro nel quale possiate mettere da parte gli elementi “personalistici”od “ideologici” ed unire, invece, quelle capacità di combattere per un bene collettivo a tutela di tutti e contro nessuno in particolare.

Non esiste la soluzione perfetta ed unica ad ogni male, ma smettere di cercarla per favorire alcuni (i più forti, i più ricchi, coloro che possono essere ascoltati) equivale alla peggiore delle rese.

Con speranza.

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